La felicità è vissuta in un attimo o raramente di più.
Quando si dovrebbe essere felici e si ha difficoltà ad esserlo, subentra una tristezza profonda.
Probabilmente perché non tutto è come vorremmo, forse perché molte sono le cose che mancano, o ancor di più la base sicura e forte su cui impostare tutta la vita.
Ecco, siamo arrivati al dunque.
La base, le fondamenta che non ti fanno crollare. E allora tutto può crescere e fiorire.
Ma anche le fondamenta hanno bisogno di cure, soprattutto devono essere prima costruite, granello su granello.
Cerchiamo, scrutiamo nel nostro più profondo baratro quei pilastri robusti che ci dovrebbero sostenere; a volte, entusiasti, li troviamo, a volte il buio li cela, a volte, ci chiediamo, esisteranno?
Un pilastro esiste, sì, ne sono sicura, che sia oscurato da nebbie fitte poco importa, c’è.
Ma affinché un corpo vivo o no, possa trovarsi in equilibrio, deve necessariamente averne due, due blocchi alle estremità.
Arriva il momento in cui le maniche devono essere arrotolate, i sensi acuiti, le porte spalancate e il nostro segugio interiore sguinzagliato.
La ricerca della seconda colonna portante non è da prendere con superficialità, un giorno potrebbe rompersi, incrinarsi, curvarsi e cedere, la scelta dev’essere istintiva, deve provenire dal nostro pozzo, dove tutto è chiaro e le risposte non hanno sfumature, o è sì sì o no no. Punto.
Maria
[Foto: http://it.123rf.com%5D
In un mondo di “FORSE” detti per prender tempo, per non scegliere o schierarsi da una parte o l’altra della strada, il valore di un SI o di un NO detti a voce alta e ben scanditi è inestimabile. Brava Mary.
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Grazie Stefy. Quando la voce interiore urla, è inutile sopraffarla con la ragione, bisognerebbe solo farsi trascinare. La scelta giusta è quella, qualunque sia il suo risvolto, anche negativo.
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